Non solo Hunger Games ieri al Festival di Roma, alle 17 infatti si è tenuto anche l’atteso incontro a tu per tu tra il pubblico e il mattatore Checco Zalone che in queste settimane è al cinema con il suo Sole a catinelle, ormai campione d’incassi.
Tra risate, battute e goliardia, molte sono state le domande sul cinema e sul perché di così tanto successo.
Con modestia e sarcasmo ha affrontato subito il discorso quattrini: "I soldi vanno un po’ al produttore, un po’ al distributore e per la maggior parte agli esercenti. Io ho preso 1700 Euro per questo film, sappiatelo. Comunque noi questo successo di certo non ce l’aspettavamo. Valsecchi era ottimista, ma il risultato è insperato".
Poi rivolgendo uno sguardo alla giornata tutta dedicata a Jennifer Lawrence ed Hunger Games ha detto scherzando: "Già ho subito l’umiliazione di vedere che tutta la gente che sta qua fuori è venuta per Jennifer Lawrence e non per me! C’erano decine di ragazzine con delle magliette con la scritta Hunger: credevo che mi avessero dato un soprannome."
Riguardo alla politica e alle sue posizioni fuori e dentro ai film dov’è protagonista ha commentato: "Mio fratello a 14 anni era profondamente anticomunista. Non aveva argomentazioni forti contro i comunisti, per dire che detestava il loro modo di ballare... Il personaggio del mio film lo stesso, non sa bene perché li odia. Nel film sono di destra, nella vita invece sono apolitico".
Facendo un po’ gli sberleffi alla critica e alle trasmissioni tv come Porta a Porta ha dichiarato: "Non ce la faccio più a vedermi! Basta! La mia faccia è dappertutto. Ora voglio riposarmi, stare a casa, occuparmi della bambina. Io non faccio cinema: questo scrivono i giornalisti, dicono che gli incassi di Sole a catinelle non aiuteranno l’industria. Io dico invece che aiuteranno il “pizzettaro” che lavora vicino o dentro al cinema. Io faccio aumentare le consumazioni dei bar. In qualche modo aiuto anche la pirateria. Penso di aver diviso la critica. Qualcuno mi ha stroncato e ad altri sono piaciuto. Mereghetti mi ha dato due palle, ma era una recensione pensata, ben scritta, puntuale, per uno che sta cominciando a fare il cinema va bene. La critica è cambiata, è stata soppiantata dai social network: clicchi ‘recensione’ e ti ritrovi quella del gommista che sta sotto casa. Le critiche peggiori sono quelle lapidarie, tipo ‘il cinema è morto’, oppure ‘prima c’era Pasolini, ora c’è Zalone’. Le scrivono e poi si asciugano gli occhi con la kefia".
Ha poi parlato dei suoi modelli cinematografici, riferendosi a Sordi e Troisi: "Alberto Sordi è stato il più grande attore italiano di sempre. Rivedo sempre con piacere Il vigile: rido sempre guardando la scena in cui Silvia Coscina lo saluta e lui fa dei controscena meravigliosi. Mi piace anche Troisi. Fra gli americani Ben Stiller e Sacha Baron Coen, che raggiunge dei livelli di scorrettezza improponibili in Italia, il paese della cultura. Poi c’è Sandler, Zohan mi è piaciuto, solo un americano poteva farlo, se un italiano fa Zohan, non ride nessuno."
Sulle commedie e il cinema italiano ha infine dichiarato: "Le nostre commedie partono sempre dalla realtà. Sfruttiamo i “temi forti”. In Cado dalle nubi c’era il leghismo, perché allora la Lega Nord era una potenza. In Sole a catinelle, invece, c’è la crisi, ma noi non vogliamo spiegare, diffondere messaggi. Hanno scritto: ‘fate un film sulla crisi e poi non approfondite’, ma sai che palle un film sulla crisi! La crisi è uno spunto, una partenza."
Alice Bianco
